"è assolutamente evidente che l'arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla TV"
Woody Allen

Il cinema non è un mestiere. È un'arte. Non significa lavoro di gruppo. Si è sempre soli; sul set così come prima la pagina bianca. E per Bergman, essere solo significa porsi delle domande. E fare film significa risponder loro. Niente potrebbe essere più classicamente romantico.
Jean-Luc Godard

Thursday, March 13, 2014

Short film: Pippo Mezzapesa
 
SettanTA (Seventy) by Pippo Mezzapesa, a young filmmaker from Puglia, South Italy, is the winner of the contest in Rome "Corti d'Argento" 2014. 
SettanTA is a documentary set in Taranto, the county seat in Puglia, and it shows us a harsh reality about life condition of people live near the most important metal refinery in Italy, called Ilva. 
The film set is the street, the characters people who are actually experiencing problems of pollution and health, in fact during the film some people issue a statement about their bad conditions and damn Italian State who don't care anything about it. 
At the same time the main character is a family that usually organize a daily raffle in the neighborhood raffling something like food. Today came out the number seventy.
There's a weird metaphor between life and ruffle: life depends on the choice made by destiny. Mankind is only helpless spectator.
 
 
 
SettanTA(ranto) di Pippo Mezzapesa è il vincitore dei Corti d'Argento 2014 di Roma. E' un documentario sull'Ilva, una delle più importanti raffinerie di metallo in Italia (l'altra è a Genova) al centro di molte polemica in quanto fautrice dell'incremento dell'inquinamento e della morte di molti tarantini che vi abitano lì vicino. 
Il cortometraggio si sviluppa su due livelli: una riffa quotidiana a cui sono invitati a partecipare tutti i vicini di quartiere, con in palio generi alimentari, i cui fondatori sono una delle famiglie residenti lì, contemporaneamente alla ripresa di alcuni personaggi in particolare che commentano la loro condizione disagiata, desiderosi di avere voce in capitolo su qualcosa che riguarda la loro vita in primis.
Il malcontento accomuna anziani e giovani e la tragicità delle loro affermazioni raggiunge l'apice con la scena finale: una targa commemorativa di ciò che subisce questa parte di italiani abbandonata dallo Stato.
Arguta la metafora del gioco e della vita: è il destino a decidere la svolta degli eventi, l'uomo è uno spettatore impotente.

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